Il nuovo impianto di termovalorizzazione sarà in grado di trattare annualmente 70 mila tonnellate di rifiuti industriali, solidi e liquidi, producendo circa 7,9 MW di energia, di cui 6 MW saranno immessi nella rete nazionale.
La gestione dell’impianto sarà il più possibile automatizzata, a partire dai processi di stoccaggio e trasferimento dei rifiuti al forno. Si prevede un mantenimento della forza lavoro attuale, con l’integrazione di 4-5 tecnici che seguiranno il laboratorio chimico per un totale di circa 50 dipendenti.
L’area trattamento fumi del nuovo impianto sarà più ampia e diversificata rispetto a quella attuale, superando quanto previsto dalle BAT per garantire la maggior riduzione possibile delle emissioni.
Elementi principali
Il nuovo progetto sarà adatto a trattare annualmente 70 mila tonnellate tra rifiuti solidi e liquidi. Il trattamento di rifiuti liquidi permetterà di supportare meglio le esigenze di alcune industrie, che devono smaltire solventi e acque contaminate, oltre a garantire una migliore gestione dell’impianto.
La tecnologia adottata sarà quella di un forno a tamburo rotante con annessa camera di post combustione.
Per ridurre al minimo la quantità di residui da combustione, l’impianto prevede un’impiantistica di finitura, dove le scorie vengono ripassate e riprocessate, al fine di migliorarne la quantità e ottenere una riduzione della quantità.
L’impianto produrrà circa 7,9 MW di energia; 1,4 MW saranno consumati dai processi interni, mentre il resto (circa 6 MW) sarà immesso nella rete elettrica nazionale. Si tratta dell’energia pari ai consumi di circa 2 mila famiglie.

Il trattamento dei fumi e la gestione delle acque
Nel nuovo impianto è prevista un’impiantistica molto ampia e diversificata per il trattamento dei fumi. Le soluzioni individuate superano quanto previsto dalle BAT; la sezione di trattamento fumi è stata progettata per garantire il migliore abbattimento degli inquinanti, compresi metalli pesanti e micro inquinanti.
Un altro elemento che evidenzia la massima attenzione per l’ambiente è la modalità scelta per la gestione delle acque. In assenza di una rete fognaria esterna, la scelta è stata di progettare un impianto circolare che recupera le acque di processo e le reinserisce nel ciclo industriale, con l’obiettivo di un riutilizzo totale.
La mitigazione del nuovo impianto
La dimensione del nuovo impianto sarà maggiore dell’impianto attuale, ma la diversa localizzazione permetterà un migliore inserimento paesaggistico. Le simulazioni effettuate confermano tale ipotesi.
Le altezze principali delle nuove strutture saranno i circa 26 metri per il forno e i 40 metri per il nuovo camino; il camino dell’attuale impianto è alto 23 metri.
Le attività di mitigazione creeranno ampie zone di verde, grazie all’utilizzo di specie arboree preferibilmente autoctone.

Ulteriori ottimizzazioni della gestione dell’impianto
Il piano di monitoraggio
I controlli sulle emissioni del termovalorizzatore iniziano di fatto già nella fase di analisi dei rifiuti, ma non si riducono a questa. Lo studio di impatto ambientale, infatti, prevede un piano di monitoraggio, a garanzia tanto della popolazione quanto del gestore dell’impianto.
Il piano di monitoraggio prevede un continuo e progressivo controllo delle performance dell’impianto e ulteriori attività di controllo, al fine di mantenere aggiornata la valutazione di impatto sanitario.
I controlli interni
Nella nuova palazzina amministrativa, un intero piano sarà organizzato per l’attività di laboratorio chimico, in modo tale da poter analizzare tutti i rifiuti che entrano nello stabilimento e ottenere un processo sempre più controllato.
L’inceneritore, infatti, non è una macchina «universale», adatta a trattare qualsiasi rifiuto. Gli inceneritori di rifiuti industriali, in particolare, per loro natura hanno caratteristiche strutturali che impongo vincoli specifici.
I rifiuti sono soggetti prima del conferimento all’impianto a procedure di omologa stringenti, che consentono di valutare la compatibilità delle caratteristiche tecniche e chimiche con il trattamento nello specifico impianto. Al momento dell’entrata, poi, le caratteristiche di ogni rifiuto devono essere controllate e verificate.
Come cambieranno le figure professionali
La gestione dell’impianto sarà il più possibile automatizzata, a partire dai processi di stoccaggio e trasferimento dei rifiuti al forno. Questo permetterà di garantire la massima sicurezza in tutti i processi e di migliorare la qualità delle figure professionali coinvolte, che si occuperanno di monitoraggio dei processi, sorveglianza e sicurezza.
Si prevede un incremento della forza lavoro attuale, sia per quanto riguarda la gestione dell’impianto sia per quanto riguarda i controlli sui rifiuti, eseguiti da un laboratorio chimico interno all’impianto. Un impianto di questo tipo occupa circa 50 dipendenti, che seguono le attività di sorveglianza e controllo, amministrazione e gestione, cui si aggiunge l’indotto per le attività di manutenzione e servizi vari.
L’indotto impiega una decina di persone, cui vanno aggiunti i servizi come trasporti, forniture di materiali, etc., che in parte possono essere reperiti in loco o nelle vicinanze.