Le ricadute sul territorio

Perché questo impianto è necessario

In Italia, a causa della carenza di impianti di trattamento dei rifiuti, il ricorso all’export ha raggiunto livelli eccessivi con il conseguente incremento di impatti ambientali e costi, a svantaggio dell’intera collettività. Risulta quindi strategico mantenere in quest’area del Nordest una struttura di smaltimento rifiuti vicina a collegamenti stradali e in grado di facilitare l’affluenza dei rifiuti industriali dallo stesso Friuli Venezia Giulia, riducendo così i flussi di rifiuti verso impianti fuori regione.

L’impianto progettato da Eco Mistral è in linea con la programmazione energetica della Regione Friuli Venezia Giulia e con la visione europea che indicano la creazione di energia tramite recupero dei rifiuti come una delle modalità per il raggiungimento della riduzione dei costi energetici e delle emissioni di gas climalteranti.

L’utilità del progetto in casi di emergenze

Nel corso dell’emergenza sanitaria causata dal virus COVID-19, la carenza di impianti di termovalorizzazione presso cui conferire i rifiuti a rischio infettivo prodotti nelle abitazioni dei soggetti posti in quarantena è emersa in tutta la sua drammaticità. Regioni come le Marche hanno dovuto prendere in considerazione la parziale destinazione a discarica dei rifiuti conferiti, aumentando il rischio di ulteriore diffusione del contagio. In questa situazione di emergenza, il termovalorizzatore di Spilimbergo ha trattato i rifiuti sanitari del Friuli Venezia Giulia, garantendo al sistema sanitario di procedere in sicurezza.

Il rapporto con la pianificazione regionale

La realizzazione dell’impianto risponde alle indicazioni del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Speciali (D.G.R. n. 30 del 29 aprile 2015), in quanto contribuisce alla realizzazione degli obiettivi di massimizzazione del recupero di rifiuti speciali e alla minimizzazione del ricorso alla discarica, promuovendo al contempo il principio di prossimità. Il Piano indica inoltre la necessità di favorire il recupero energetico delle frazioni di rifiuti per le quali non è possibile il recupero di materia, al fine di ridurre gli impatti ambientali e di supportare il rilancio dell’economia locale, tutti obiettivi rispondenti all’attività che sarà svolta nel nuovo termovalorizzatore.