Oggi la nostra fermata nella strada alla scoperta della produzione di rifiuti speciali e il loro successivo trattamento recita “Falegnamerie”.
Le falegnamerie, nelle loro attività di lavorazione del legno e artigianato, mettono in conto di produrre un grosso quantitativo di rifiuti, rilevante per pensare alla salvaguardia del nostro ambiente e alla salute della collettività.
La normativa in vigore, che regola la gestione e il trattamento di questi rifiuti è contenuta del Testo Unico Ambientale: Decreto Legislativo 152/2006, e parzialmente modificato dal D.Lgs 205/2010. Nel testo unico ambientale, vengono esplicitate le diverse tipologie di rifiuto, indicando per ciascuna, differenti modalità di gestione, trasporto e smaltimento.
Prima di analizzare nello specifico il processo di gestione appena esplicitato è importante avere ben chiaro di quali siano i rifiuti considerati.
I rifiuti speciali di norma prodotti all’interno di falegnamerie sono:
- Trucioli, scarti di legno
- Colle e adesivi
- Solventi e/o inchiostri
- Acque di verniciatura
- Contenitori e imballaggi contaminati
- Materiali plastici (tubi in PVC, teloni per le serre e pacciamatura
- Ceneri e polveri di combustione
- Utensilerie in disuso
Per quanto riguarda l’iter di gestione di questa categoria di rifiuti è riassumibile in quattro fasi:
- Stipula di un accordo con un operatore (pubblico o privato) specializzato nella raccolta della specifica tipologia dei rifiuti speciali prodotti.
- Prima Differenziazione e caratterizzazione dei rifiuti da parte del produttore in appositi contenitori omologati.
- Deposito temporaneo presso l’azienda produttrice fino all’affidamento dei rifiuti al servizio di raccolta.
- Conferimento del rifiuto presso impianti autorizzati alla gestione del rifiuto prodotto.
I rifiuti prodotti devono essere suddivisi per tipologia, caratterizzati e collocati all’interno di appositi contenitori, in plastica o cartone a seconda delle caratteristiche del contenuto, disposti all’interno dell’azienda, in un’area circoscritta e predisposta al deposito temporaneo.
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