I farmaci scaduti non sono rifiuti “normali”. Le compresse, le creme, gli sciroppi, i disinfettanti e tutto ciò che viene venduto in farmacia o in parafarmacia non possono infatti essere gettate nell’organico, né tantomeno i medicinali non più utilizzabili possono finire nel sacco dell’indifferenziata: sono rifiuti speciali a tutti gli effetti, e come tali vanno trattati.
I processi chimici alla base della creazione dei vari farmaci li rendono dei rifiuti tutt’altro che facili da differenziare. La gestione di questo genere di materiali deve seguire un iter preciso, regolamentato da norme specifiche che, qualora non dovessero essere rispettate, finirebbero per causare danni ambientali di notevole portata, andando in prima istanza a impattare su quello che è l’inquinamento delle acque. Basti pensare che le stesse sostanze contenute all’interno dei medicinali li rendono spesso difficilmente biodegradabili.