Rimini, Nel pomeriggio di mercoledì 9 novembre ha avuto luogo il Convegno “END OF WASTE”, organizzato e realizzato a cura del Gruppo EcoEridania in occasione di Ecomondo 2022.

L’evento – svoltosi a partire dalle 16:00 presso il Palco Centrale (hall sud) del quartiere fieristico di Rimini – è stato moderato dal Vicedirettore de Il Giornale, Nicola Porro, che ha dato origine ad un importante dibattito riguardate il tema delle END OF WASTE, ovvero, un processo di recupero eseguito su un rifiuto, al termine del quale esso perde tale qualifica per acquisire quella di prodotto.
Il convegno si è aperto con la presentazione di un Italia dove non emerge ancora uno sviluppo circolare significativo.
Ciò ha acceso un fervente dibattito tra gli ospiti in sala, tra cui figuravano diverse personalità di spicco dell’industria, dell’ambiente e delle istituzioni.

Bisogna dare la possibilità alle aziende di sviluppare questa importante tecnologia e per farlo sono necessari degli interventi normativi che vadano a semplificare le procedure e tagliare i tempi. Dobbiamo dare sicurezza a chi vuole investire. Abbiamo già adottato sei decreti nell’EOW, ma c’è bisogno di fare una grande cultura ambientale per fare chiarezza con lo scopo far passare un messaggio positivo verso chi ha pregiudizi – dichiara On.Vannia Gava – Viceministro alla Transizione Ecologica.

Durante il proseguimento della dissertazione tra i presenti si sono toccati diversi punti sul tema all’EOW sul fronte: legislativo, geografico e culturale. In particolare, si è andati a fondo sulla funzione dell’END OF WASTE, che può trasformarsi in prodotto e portare grandi benefici ambientali ed economici.

 

Trasformare i rifiuti in risorse: è questo il nostro obiettivo. I tempi si devono comprimere, ha affermato il Presidente del Gruppo EcoEridania Andrea Giustini. Il futuro è l’End of Waste, trasformare un problema in una risorsa deve essere un obiettivo condiviso. La volontà c’è ed esistono tutte le condizioni per farlo: tecnologia e finanza. Bisogna però lavorare su due fronti: la disinformazione che crea il pregiudizio e la collaborazione con gli enti pubblici – afferma il Presidente del Gruppo EcoEridania, Andrea Giustini.

 

Nonostante i vantaggi di questo processo vadano dal produttore al consumatore, e siano molteplici ed inequivocabili (tra cui l’abbattimento del Co2 e l’opportunità di sfruttare la potenzialità delle risorse del paese evitando di spostare l’attenzione all’estero) sembra che permanga, ancora, un’ostilità culturale sul tema ambiente ecosostenibile.

 

La crisi che stiamo attraversando ci porterà a fare una riflessione importante sull’economia circolare. Da una parte dobbiamo puntare a far funzionare bene le varie fasi dell’EOW e poi pensare ai decreti, alla crisi dell’aumento dell’energia potrà forse in questo dare una spinta. Dobbiamo guardare all’economia circolare a 360 gradi e puntare ad andare incontro alla scarsità di materie prime del nostro paese per poi rimetterla in circolo. Legambiente aveva avuto già in passato dibattiti molto accesi sulla sostituzione del EOW su CSS con il PETCOKE – Giorgio Zampetti – Direttore Legambiente.

 

Alla luce di tali presupposti si è parlato molto di come gestire i decreti per realizzare una realtà diversa da quella attuale: la problematica per diminuire le tempistiche e di l’ter legislativo, la collaborazione e comunicazione tra operatori, ministero e regioni, la differenza industriale tra nord a sud, un’eventuale D.I.A nazionale sostituita a tutti i procedimenti amministrativi che bloccano e aumentano il carico di lavoro, il ruolo delle regioni e il doppio binario, nuove proposte sulla possibilità di introdurre un’ecotassa per chi produce EOW.

 

É chiaro che se si riempie la nostra collettività di una molteplicità di norme che vanno oltretutto interpretate il lavoro aumenta in modo spropositato. Nella mia carriera di parlamentare avevamo emanato la D.I.A a posto che la licenzia edilizia e sono dell’idea che si dovrebbe fare la stessa cosa per il tema EOW. I termovalorizzatori e gli inceneritori italiani sono quelli ad avere più limiti nel mondo, nonostante questo, secondo ISTAT, l’Italia ha un tasso di riciclaggio dei propri rifiuti superiore all’ 80%, e il nostro punto di forza sono l’inventiva e le capacità come in tanti altri settori nonostante i limiti legislativi – Chicco Testa, Presidente Assoambiente.

 

L’economia circolare non si realizza con soli decreti, ma con gli impianti di trattamento recupero rifiuti che devono essere realizzati e utilizzati – Sergio Padovani – Direttore del Settore Attività produttive e Controlli di Arpa Lombardia.

 

Ci sono settori industriali che si vedrebbero già pronti su un piano tecnologico a sostituire l’utilizzo di combustibili fossili con combustibili alternativi se la legislazione non “bloccasse” questo processo di sviluppo che condurrebbe alla fine dell’esportazione delle risorse italiane all’estero. Un indiscusso giovamento sotto ogni punto di vista, ambientale sì, ma anche economico data la crisi ultima, post-guerra Russia-Ucraina e la mancanza di energia che potrebbe fare da filo conduttore per uno “switch mentale” dei cittadini sul tema ambiente.

 

Il progetto EOW ha palesemente un ritorno così positivo che non dovrebbe neanche essere analizzato. Nonostante ciò, siamo impossibilitati a mettere in atto un processo di economia circolare, non abbiamo alternativa al PETCOKE se potessimo utilizzare solo combustibili alternativi il passo sarebbe enorme, un impatto reale con un enorme diminuzione di Co2. Mancano solo regole burocratiche e l’eliminazione della disinformazione per poter usare solo CSS, perché sotto ogni altro punto di vista noi saremmo già pronti a fare questo passaggio – Roberto Callieri – CEO Italcementi

 

Nonostante ciò, la situazione attuale risulta bloccata ed una regolamentazione accessibile e chiara risulta ancora complicata. La disinformazione culturale riguardo ai pro dell’economia circolare contribuisce altresì ad un decreto END OF WASTE che non si presenta imminente, nonostante l’urgenza della situazione.

 

Le regioni hanno chiesto più coinvolgimento nelle definizioni di priorità dell’EOW e possono disciplinare EOW grazie al doppio binario, se le associazioni di categoria non presentano dati noi lavoriamo su quello che abbiamo. Ci sono dei tempi prestabiliti per le procedure di approvazione dei decreti che noi non possiamo tagliare: non è possibile che siano al di sotto dei 9 mesi perché ci sono dei passaggi predefiniti e questo lo prevede l’iter legislativo. Possiamo però trovare una modalità di comunicazione che coinvolga tutti i soggetti in causa. – Laura D’aprile – Capo Dipartimento Sviluppo Sostenibile

 

Se vogliamo che EOW non resti uno slogan da convegno è necessario realizzare il decreto END OF WASTE, il problema non è fare o meno i decreti ma COME farli. È fondamentale la collaborazione e comunicazione tra regione, ministero e operatori – Raffaele Cattaneo – Assessore Ambiente Regione Lombardia.

 

La situazione non è la stessa in tutta Italia, le regioni del sud sono svantaggiate nell’impiantistica. Non occorre una divisione tra centralisti e autonomisti, tra nord e sud, i problemi non hanno da questo punto di vista una geografia. Al sud in tanti ambiti c’è un itinerario di emigrazione al nord come ben sappiamo ed è così anche in tema rifiuti. C’è bisogno di una tecnostruttura che possa supportare i procedimenti amministrativi e valorizzarli – Cosimo Latronico, Assessore Ambiente Regione Lombardia

 

Nel caso in cui si volesse approfondire la questione e per qualsiasi chiarimento sulla tematica sarà possibile rivedere la registrazione, della diretta al convegno, al seguente link: https://youtu.be/AQC0l2rJhI0