Silva ha avviato nell’ottobre 2022, nei siti T44 e T50, le attività di messa in sicurezza delle aree, come previsto da un progetto autorizzato nel 2021e redatto in conseguenza ad una indagine a suo tempo effettuata dal management della Safond-Martini. L’intervento prevede un investimento di circa 9 milioni di euro e interessa un’area di circa 1,4 ettari di terreno.
L’operazione di messa in sicurezza del sito industriale è suddivisa in quattro fasi operative già avviate:
- l’apertura del cantiere e la messa in sicurezza del tratto di asse autostradale “A31 Valdastico” che confina con l’area di intervento per l’avvio delle attività;
- la realizzazione di opere provvisionali, come il consolidamento delle scarpate tramite la realizzazione di “berlinesi”, ovvero palizzate di contenimento infisse nel terreno;
- lo scavo dei terreni contaminati, che saranno successivamente trattati con un impianto mobile al fine di separare il materiale in frazioni granulometriche diverse;
- la realizzazione di capping di copertura di una parte dell’area oggetto dell’intervento.
A seguito della caratterizzazione e classificazione dei materiali effettuata da laboratori terzi certificati, il progetto prevede che, a seconda delle loro caratteristiche, una parte potrà essere reinterrata nel sito e la restante parte verrà avviata ad impianti autorizzati al recupero o allo smaltimento. Inoltre, su una parte dell’area, sarà realizzato un capping impermeabile.
Sin dal 2018, Safond Martini prima e Silva in seguito all’acquisizione hanno rivolto un’attenzione particolare al tema del monitoraggio continuo della qualità dell’acqua dei pozzi piezometrici presenti in tutto il sito industriale e collegati alla falda. I controlli periodici eseguiti dall’Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto (ARPAV), Dipartimento di Vicenza, sono tutt’ora in corso e in questi sei anni hanno restituito parametri ambientali costantemente al di sotto delle soglie di legge, senza che fosse mai riscontrata la presenza di sostanze inquinanti nelle acque sotterranee. Nonostante queste evidenze rassicuranti, i monitoraggi proseguiranno sempre in collaborazione con ARPAV.