La rivoluzione ecologica nella mobilità passa sì dal trasporto privato, ma anche – e soprattutto – da quello pubblico. In Italia, ad esempio, negli ultimi anni si è fatta sempre più folta la schiera di viaggiatori disposti ad accogliere la sfida di una rivoluzione ecologica della mobilità. Sulla base di studi recenti, pare che l’autobus sia il mezzo di trasporto preferito dal 21% dei Millennials (24-39 anni) e dal 23% della Generazione Z (18-23 anni), mentre il 68% dei Baby Boomers (54-64 anni), invece, continua a preferire l’auto privata.
In uno scenario come questo, è proprio oggi che la rivoluzione green in materia di mobilità e trasporti si sta delineando in maniera sempre più netta all’interno del panorama nazionale italiano. Nel corso del 2021, il Mims (Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili) ha stanziato 600 milioni di euro per l’acquisto di nuovi autobus ecologici e 260 milioni di euro per potenziare e rinnovare le linee ferroviarie gestite dalle Regioni. Nel primo caso si tratta di risorse che dovranno essere spese tra il 2022 e il 2026 per comprare autobus a basso impatto ambientale «adibiti al trasporto pubblico extraurbano e suburbano, con alimentazione a metano, elettrica o a idrogeno, e per le relative infrastrutture», il cui 15% potrà inoltre essere utilizzato «per interventi di riconversione a gas naturale di mezzi diesel euro 4 ed euro 5».
La Conferenza Stato-Regioni, invece, ha approvato che l’80% della seconda trance finanziamenti venga utilizzato per le ferrovie del Mezzogiorno, e che i fondi stanziati possano essere spesi per il potenziamento e il miglioramento della sicurezza del sistema ferroviario nazionale.
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