Come abbiamo già avuto modo di vedere, attraverso il codice CER (vale a dire quelle sequenze numeriche composte da sei cifre riunite in coppie) è possibile identificare un rifiuto e, dunque, predisporne lo smaltimento in maniera ottimale.
Nel caso in cui, durante il processo di classificazione, il rifiuto venisse individuato da una voce a specchio (cioè da due voci del catalogo speculari, di cui una pericolosa ed un’altra non pericolosa), per stabilire quale sia il corretto codice CER da attribuire, è necessario determinare la sussistenza o meno di una o più classi di pericolo.
I cosiddetti codici a specchio, infatti, vengono riferiti a una particolare categoria di rifiuti, il cui detentore è tenuto a rovesciare una loro presunzione di pericolosità e, pertanto, si trova obbligato ad effettuare indagini specifiche, volte a verificare l’assenza di qualsiasi sostanza pericolosa al loro interno. Se, però, una volta portate a termine tutte le analisi e le valutazioni del caso, dovessero restare dei dubbi sulla loro effettiva natura, tali rifiuti devono comunque essere considerati pericolosi in via precauzionale.