Uno dei più diffusi rifiuti speciali provenienti da studi dentistici e cliniche odontoiatriche è rappresentato senza dubbio dall’amalgama dentale, un materiale composito a matrice metallica usato in odontoiatria conservativa per otturazioni e ricostruzioni. A maggio del 2017 l’Unione Europea ha emanato il Regolamento UE 2017/852, al cui interno viene prevista una graduale riduzione dell’uso di tale materiale e una sua completa eliminazione entro il 2030: tutto questo avviene a causa della forte tossicità del mercurio che, contenuto all’interno di tale materiale, finisce per rappresentare una grave minaccia per la salute umana.
In questo scenario, nuovi provvedimenti hanno previsto che a decorrere dal 1° luglio 2018 l’amalgama dentale non possa più essere utilizzato per le cure dei denti decidui, le cure dentarie dei minori di età inferiore a 15 anni e quelle delle donne in stato di gravidanza o in periodo di allattamento, tranne nei casi in cui il dentista lo ritenga strettamente necessario per esigenze mediche specifiche del paziente. A decorrere dal 1° gennaio 2019, inoltre, l’amalgama dentale può essere usato solo in forma incapsulata pre-dosata, mentre risulta vietato l’uso del mercurio in forma libera da parte dei dentisti. Lo scorso 23 febbraio 2021, infine, è stato pubblicato sul sito del Ministero della Salute il Piano nazionale per l’eliminazione dell’amalgama dentale, che prevede l’adozione di misure finalizzate, per l’appunto, a eliminare progressivamente l’amalgama dentale a livello europeo.
Come si evince dalla descrizione di cui sopra, l’amalgama rientra a pieno titolo tra i rifiuti speciali di origine sanitaria e, fino a quando il suo utilizzo non verrà eliminato, è bene che tutti gli operatori e gli studi che ne fanno uso prestino fede in maniera completa a quella che è la normativa vigente, così da consentirne uno smaltimento corretto, sicuro e attinente alla legge. Per queste ragioni, in conformità alle istruzioni del fabbricante, anche gli stessi separatori di amalgama devono essere soggetti a manutenzione costante, in modo da garantire il più elevato livello di ritenzione praticabile. Oltre a ciò, è necessario che gli operatori odontoiatrici garantiscano che i loro rifiuti di amalgama – residui, particelle, otturazioni, denti o loro parti contaminati con amalgama dentale compresi – vengano gestiti e raccolti da una struttura o da un’impresa autorizzata, non rilasciando in alcun caso, direttamente o indirettamente, tali rifiuti nell’ambiente.