Ogni anno l’8 giugno – in concomitanza con l’anniversario del Summit delle Nazioni Unite su Ambiente e Sviluppo di Rio de Janeiro, evento che ha avuto luogo dal 3 al 14 giugno 1992 – si celebra la Giornata Mondiale degli Oceani. In questo 2021 il tema scelto è “Vita e mezzi di sussistenza”, finalizzato a sensibilizzare la popolazione mondiale sull’importanza che gli oceani hanno per la vita sulla Terra (da quasi quattro miliardi di anni) e sulla situazione di precarietà ecologica in cui purtroppo si trovano ormai da diverso tempo.

La cosiddetta blue economy è fondamentale sia dal punto di vista ambientale che sotto l’aspetto sociale e lavorativo. Se si pensa che gli oceani producono il 50% dell’ossigeno che respiriamo, ospitano la maggior parte della biodiversità del pianeta e costituiscono la principale fonte di proteine per oltre un miliardo di persone in tutto il mondo, è facile capire quanto possano essere fondamentali per tutte le forme di vita presenti sul nostro Pianeta. Anche a queste condizioni, però, il pericolo ambientale è sempre dietro l’angolo.

 

La situazione degli oceani oggi

Stando a dati recenti, pare che circa il 90% delle grandi popolazioni ittiche risulta al collasso, mentre quella di coralli è stata letteralmente dimezzata e le acque si stanno progressivamente scaldando ed acidificando a causa delle aumentate emissioni di gas serra e dell’inquinamento in aumento continuo: il World Economic Forum è arrivato addirtittura a stimare che entro il 2050 la plastica avrà superato in peso la fauna marina.

Gli oceani ricoprono i due terzi del nostro Pianeta e – culla della vita da quando questa si è sviluppata sulla Terra – custodiscono un ecosistema preziosissimo: anche per questo l’emergenza che si trovano a vivere risulta ancora più problematica. Per poter far sì di contribuire a risolvere, almeno in parte, la situazione, sarebbe fondamentale seguire alcune piccole accortezze che, sul lungo periodo, potrebbero rivelarsi molto utili.

Dal praticare un consumo più sostenibile delle risorse ittiche al ridurre l’utilizzo di materiali plastici nella vita di tutti i giorni a un’attuazione corretta, informata e consapevole della raccolta differenziata e dell’economia circolare: tutti gesti piccoli, ma che possono fare molto.

 

Il caso del Gruppo EcoEridania

In uno scenario come quello appena presentato, noi di Gruppo EcoEridania siamo orgogliosi di ricordare come il nostro business ecosostenibile legato allo smaltimento dei rifiuti sanitari rientri all’interno di questo filone di attività legate alla tutela dell’ambiente e della biodiversità. Esempio virtuoso in questo senso è rappresentato dal termovalorizzatore con recupero energetico Essere Spa, a Forlì, utilizzato prevalentemente per lo smaltimento in sicurezza dei rifiuti sanitari. Al suo interno, ogni giorno l’economia circolare si concretizza in maniera totale: oltre al riutilizzo dell’energia prodotta attraverso la distruzione dei rifiuti, infatti, all’interno della struttura vengono quotidianamente sanificati, disinfettati e asciugati, per poi essere sottoposti a un vero e proprio controllo di qualità, anche oltre 25mila contenitori in polietilene per rifiuti sanitari.