Quando si parla di rifiuti speciali – e soprattutto della loro gestione – si fa principalmente riferimento a due processi consequenziali:
- Trattamento intermedio dei rifiuti.
- Trattamento finale dei rifiuti.
Queste due fasi prevedono delle differenze profonde, basate sia sulla tipologia di rifiuto che sulla sorte a cui esso risulta destinato.
Una volta arrivato presso l’impianto cui è stato destinato, il rifiuto subisce dunque prima una lavorazione intermedia e, successivamente, una finale, che decreta la fine del suo ciclo di vita. Tra le principali tipologie di impianto entro cui avviene questo tipo di trattamenti figurano:
- Sterilizzatori, utilizzati prevalentemente per il trattamento dei rifiuti sanitari.
- Depuratori, al cui interno hanno vita i processi di decontaminazione dei rifiuti liquidi.
- Piattaforme di trattamento, al cui interno i rifiuti vengono ripartiti a seguito di una loro distinzione tramite analisi del cosiddetto codice CER. Tramite la corretta identificazione di tale sequenza numerica, infatti, è possibile predisporre il corretto trattamento – e il successivo smaltimento – delle varie tipologie di rifiuti all’interno di piattaforme e impianti idonei alla loro lavorazione in sicurezza, a norma di legge e nel pieno rispetto di quella che è la normativa ambientale vigente. In questo frangente, ricordiamo poi che il codice CER va riportato sia sul formulario di identificazione del rifiuto che sul registro cronologico (o registro di carico e scarico rifiuti), in modo tale da conferire al rifiuto un’identificazione univoca.
In questo scenario, i rifiuti che non possono essere riciclati o reimpiegati in altri modi devono essere trattati tramite procedure specifiche. In questo caso possiamo citare:
- Inceneritori: consistono in impianti industriali che, tramite combustione, provvedono alla distruzione dei rifiuti (preventivamente trattati, come abbiamo avuto modo di vedere).
- Termovalorizzatori con recupero di energia: rappresentano una particolare tipologia di inceneritori, al cui interno il calore sviluppato durante la combustione dei rifiuti viene recuperato per produrre vapore, a sua volta utilizzato per la produzione diretta di energia elettrica o come vettore di calore.
- Discariche: si tratta di luoghi dove vengono depositati in modo non differenziato i rifiuti solidi urbani e tutti i rifiuti provenienti dalle attività umane. La normativa italiana prevede tre diverse tipologie di discarica, quali le discariche per rifiuti inerti, quelle per rifiuti non pericolosi (tra i quali i Rifiuti Solidi Urbani) e le discariche per rifiuti pericolosi (tra cui ceneri e scarti degli inceneritori).
Gli impianti del Gruppo EcoEridania
Nel corso degli anni, grazie alle numerose acquisizioni messe in atto da Gruppo EcoEridania, l’azienda è riuscita ad annoverare tra le proprie fila un variegato panorama di tipologie di impianti.
Nel dettaglio, tra questi troviamo:
- 5 piattaforme di trattamento: E2 Srl (in Lombardia), AlfaRec Srl (in Emilia-Romagna), EcoTravel Srl (in Sardegna), Wecologistic e Tecnoambiente Spa (entrambe in Toscana).
- 2 sterilizzatori: S.Are (in Liguria, presso la sede centrale di EcoEridania Spa) e S.Ate Srl (in Abruzzo).
- 4 impianti di termovalorizzazione con recupero di energia: Essere Spa (in Emilia-Romagna), BioNord Srl (in Lombardia), BioSud Srl (in Puglia) ed EcoMistral Srl (in Friuli-Venezia Giulia).
- 15 stoccaggi, tra cui quelli presso le sedi di S.Eco Srl (in Veneto) e C.N.R.F. (in Lombardia).
- 1 depuratore, vale a dire BluAcque Srl (in Lombardia).